Pezzi di artiglieria : 

  FH 18  "Opladen" 

-  10,5 cm. -

 

di  Andrea e Antonio TALLILLO

 

     SLIDESHOW :  artiglierie cannone FH 18 - A.Tallillo/FH18.mp4   

 

 

          Verso la fine degli anni venti, lo Stato Maggiore tedesco diede incarico alla Rheinmetall Borsig di progettare un nuovo obice da 105, calibro che già nella Grande Guerra si era dimostrato un buonissimo compromesso tra efficacia del proietto e peso del pezzo, ancora spostabile a braccia. Gli studi iniziali si completarono nel 1930, ma il primo prototipo era pronto, per le prove di tiro, solo nel 1933 e l’entrata in servizio nel 1935.

          Rimpiazzando gradualmente l' FH 16 divenne presto, adattato al traino meccanico, la componente primaria delle batterie campali tedesche, in varie versioni, sino al 1945. Le batterie, ognuna con 4 o 6 pezzi, a gruppi di tre componevano i due gruppi obici dei reggimenti d’artiglieria.  Anche se modelli migliorati furono sviluppati velocemente, diversi 105 originali restarono in servizio per tutta la guerra ed alcuni anche dopo, negli eserciti albanese, bulgaro, cinese, finlandese (53 esemplari), olandese, portoghese, spagnolo, svedese ed ungherese (la lista è probabile che sia incompleta). A volte il loro servizio fu longevo, la Svezia per esempio ne ebbe 142 sino al 1942, alcuni radiati solo nel 1982. Il caso più curioso è quello degli 80 esemplari olandesi, forniti poco prima della guerra e catturati nel 1940.

          L’obice in questione fu prodotto in poco più di 8.100 esemplari sino al febbraio del 1944. Il suo disegno era ortodosso ed ebbe reputazione di affidabilità e stabilità, facilità d’impiego anche grazie ad una buona gamma di granate :  fumogena, incendiaria, da propaganda. Il recuperatore era sopra la canna, l’affusto era a code divaricabili con vomeri ripiegabili, le ruote potevano essere le classiche in legno rivestite oppure in acciaio stampato, con semi-penumatici. Con il tempo, ci si rese conto però che la grossa mole ed il peso delle code d’affusto e vomeri rendevano il pezzo inadatto ad un ruolo mobile.

 

Note modellistiche :

          Dopo diversi anni nei quali esistevano solo ben poche repliche, si è passati a un kit in resina, fotoincisioni  e metallo bianco (quello della Aires) per arrivare al kit in plastica della AFV  Club, con il n.050 di cat. Per i proiettili esistono ancora meno problemi, è disponibile più di una confezione….

 

Scheda tecnica :

Peso in batteria : 1.985 kg     
Dimensioni (al traino) : 6.10 x 1.98 x 1.88 mt
Lunghezza canna : 2.612 mm 
Brandeggio : 56° orizzontale -6 + 40° verticale
Granata HE standard . 14.81 kg. 
Gittata effettiva : 5.470 mt   Gittata massima : 10.675 mt (con carica massima e granata da 12.85 kg) 
Ritmo di tiro : 6 -8 colpi al minuto

 

Passaggio della Mosa, 1940, una scena ricostruibile con un kit di pontone della Dragon, all’occorrenza.

Un FH 18 in trasferimento durante la fase finale della campagna francese. (LIFE)

Frugale rancio di due artiglieri accanto al loro pezzo, con le uniformi tipiche dell’inverno 1941-42.

Due pezzi, con tutta probabilità appartenenti alla 18^ Divisone artiglieria, verniciati con il classico bianco lavabile invernale.

 

Gli artiglieri di questo pezzo, fotografati nell’estate 1943, indossano tenute molto pratiche.

Inverno 1943, fronte orientale, accanto a questo FH 18 si notano le cassette dalla tipica forma per il trasporto dei colpi, in legno e metallo.

Appoggio ravvicinato di un pezzo, difeso anche da fanti, durante i combattimenti nelle strade di Zitomir nel 1943.

           

           

               

 Per queste foto, scattate nel 1995 ad un FH 18,
si ringrazia il personale e gli impiegati del Museo degli Armamenti di Coblenza. (Germania)

           

Per le fotografie scattate non molto tempo fa in Bosnia, ringraziamo il team Kendic e Giorgeva.
I due pezzi in questione si distinguono per presentare tracce della colorazione originale, uno di essi dispone ancora della scudatura.
 
 
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