Pezzi di artiglieria : 

Skoda  P.U.V.  vz 36 

-  47 mm.  -

 

 

di  Andrea e Antonio TALLILLO  e  Saverio RADOGNA

 

 

     SLIDESHOW :   artiglierie Skoda PUV vz 36/PUV36.mp4   

 

Altro bell’incontro al Sacrario dei Caduti d’Oltremare è stato quello con questo pezzo controcarro, che forse non ha fatto la storia ma ha combattuto molto, finendo installato anche su due semoventi tedeschi dei quali sono uscite di recente altrettante repliche sia in plastica che in resina, dopo anni di dimenticatoio. Non resta che sperare esca pure la versione ruotata….
Comunque resta la rarità dell’esemplare (in Italia si sapeva solo di quello del Museo della Guerra di Rovereto, uno dei 39 cannoni  vz 38 ex jugoslavi di preda bellica). In Europa oltre a quello del WTS di Coblenza un altro al Museo di Overloon in Olanda, uno in una collezione privata in Francia, inoltre uno a Belgrado, che forse è quello messo peggio. 
 
   Il pezzo in questione, un 47/43.4, anche se ha un aspetto arcaico dovuto alle ruote a raggi era uno dei più potenti del suo periodo. Con l’annessione della Boemia, molti di essi passarono nelle file della Wehrmacht come Pak 36 (t) – da non confondersi con il Pak 36 di provenienza sovietica, di ben altro calibro – finendo il loro lungo servizio nel 1945.
Apparso nel 1936 dopo una lunga serie di esperimenti che portarono in prima battuta ad un pezzo da 37 mm, si distingueva anche per la lunga coda divaricabile, la scudatura dal bordo superiore asimmetrico ed un prominente cilindro del recuperatore; altro dettaglio particolare era il freno di bocca a deflettore unico. La produzione ebbe da subito un discreto ritmo ed alcuni pezzi vennero esportati in Jugoslavia, ma l’uso con le compagnie specializzate controcarri si rivelò abbastanza difficoltoso nelle manovre – si arrivò ad usare da parte dei serventi funi di traino con cinghie di imbracatura per trascinarli - ed in sua vece fu adottato il pezzo da 37 mm risalente al 1934. In pratica, con l’esercito cecoslovacco sparò ben pochi colpi, anche se ne fu prodotta una versione speciale per fortificazioni. Nel 1939, come già accennato, la Germania s’impadronì di grandi quantitativi di vz 36 ruotati, passati quasi ad arma standard perlomeno in alcuni reparti. Col passar del tempo, la politica di usare mezzi corazzati superati come piattaforma di tiro per cannoni ancora validi vide il pezzo cèco montato sullo scafo del Panzer I Ausf. B ed anche sul carro francese di preda bellica Renault R 35.  I restanti pezzi ruotati finirono per usare una granata a carica cava per restare adeguati ai tempi, mentre tra gli ultimi a combattere furono anche i Pak K (t) ovvero gli originali pezzi cèchi “da fortezza”
 
 
Essendo un po’ più difficile trovare dati, cerchiamo di fornirvene un po’ :
 
Peso : (605 kg marcia 590 in batteria )
Lunghezza del cannone (2.04 mt)     Velocità iniziale : 775  m sec
Penetrazione : 51 mm a 700       (a 30°)                                     Eq : 4 -5 serventi
                        54 mm a 500 mt (a 60°)
Brandeggio : 50° orizzontale, -8 + 26° verticale  
Gittata effettiva anticarro : 700 mt    Gittata Massima : 4 km   
Ritmo tiro : 10 al minuto
Granata . 1.65 kg ap e 1.5 kg x HE 

(foto 1 - tratta da un libro della Almark anni '70)

(foto 3 - Imperial War Museum)

       

( foto 4 e 6 dal Bundesarchiv di Coblenza)

 

il pezzo conservato presso il Sacrario dei Caduti d’Oltremare - Bari

           

               

           

               

           

           

           

           

           

 

GALLERIA