MANUALE  DI  MODELLISMO  PRATICO

(Sesta Parte) 
 
Come realizzare e migliorare i modelli in scala 1/35
della Seconda Guerra Mondiale

 

di  Andrea e Antonio  TALLILLO

 

Il diorama 

 
Introduzione
    Fin qui, ultimato un semplice terreno con ben pochi o nessun altro elemento, basterebbe incollare il modello ad esso…e si finisce li. Il discorso cambia se, come capiterà prima o poi, vorremo rappresentare qualcosa di più, un fatto reale o storicamente plausibile, una meta avvincente che aumenterà senz’altro le potenzialità dei nostri modelli, trasformandoli cosi’ da mezzi più o meno anonimi verso una ben più precisa identità. Il complesso ambiente nel quale inserirei nostri modelli viene indicata col termine diorama.  Secondo la definizione classica, il diorama modellistico, diverso da quello museale a quadri verticali, con effetti plastici ottenuti muovendo le luci, è una scena rappresentata in tre dimensioni, nel tentativo di riprodurre un episodio storico, ‘fermandolo’ nel tempo e nello spazio. In esso, i figurini ed i mezzi – m anche elementi caratteristici, più o meno preponderanti -  ne fissano l’azione, caricandola di realismo e drammaticità, e più informazioni darà il contesto più aumenterà il significato dei nostri sforzi. Incontreremo è vero più difficoltà ma anche più soddisfazioni, per la varietà degli elementi che entrano in gioco. Per ottenere effetti, anche notevoli,  non occorre sempre chissà quale spazio, anzi quelli veramente grandi – e fatalmente dispersivi - sono ammirati meno di quelli più raccolti. Nelle scenette, l’ideale racconto, pure in uno spazio ristretto e con meno elementi contiene comunque non rischierà mai di far distogliere l’attenzione di chi osserva. Comunque, perché diorami o scenette si possano dire riusciti, occorre che colpiscano l’attenzione al primo sguardo, sia l’assieme che il dettaglio vanno quindi ben curati allo stesso modo.
   In queste ‘istantanee’ , l’abilità del modellista si potrà esprimere nel raccontare, nel suo piccolo, un po’ di Storia. Il campo è vastissimo, ma chiunque possieda un minimo d’abilità, abilità e gusto, non disgiunte da fantasia ed estro, può affrontare realisticamente quasi ogni tema. Spesso si è portati a credere che realizzare un diorama sia un’impresa troppo complessa, riservata ai più esperti, ma con un po’ di fantasia diverrà più semplice e gratificante creare quello che sarà più di una semplice ambientazione per i nostri mezzi. Vuoi vedere che alla fine il modellista, in un certo senso ‘costretto’ a documentarsi, finisce per conoscere un po’ di più di altri la Storia ?
  
                                                                                                                                           Gli Autori
 
 
 SOMMARIO
 
1 – Diorami e scenette
2 – La pianificazione
3 – Muri
4 – Case  ed edifici
5 -  Altri tipi d’abitazione
6 – Altri elementi
 
 
1 – Diorami e scenette
 
   Il diorama ! Una delle prime difficoltà che esso presenta è l’armonia tra il terreno, i mezzi ed i figurini, il lavoro su questi tre elementi è ovviamente diverso ma avrebbe poco senso un terreno magnifico sul quale campeggiano mezzi poco curati e figurini ‘tirati via’ o viceversa.
   Prima sarà necessario preparare il terreno, se è la campagna che avremo scelto, occorre riprodurre il più possibile plausibilmente la vegetazione e le formazioni rocciose che si adattino alla zona scelta. Se, al contrario, avessimo preferito l’ambiente urbano, è necessaria una buona documentazione sugli edifici locali e sugli elementi architettonici che li affiancavano – come selciato, lampioni, monumenti, che più di una volta dovranno essere realizzati in proprio per essere realistici. Incapperemo, le prime volte, in errori di composizione o monotonia nei volumi, posizionare bene gli elementi e creare scene equilibrate è a volte più arduo di quanto si possa supporre; occorrerà avere ‘occhio’ od almeno un po’ di buon gusto, anche se alcune poche regole di base ci aiuteranno. La prima è cercare di evitare sia una distribuzione poco equilibrata degli elementi, sia altezze e distanze troppo regolari, composizioni molto simmetriche – quasi geometriche – quasi mai riscontrabili nella realtà. E’ sempre da evitare l’allineamento degli elementi ai bordi, perché spezzare la simmetria disponendo mezzi e figurini in diagonale è quasi sempre più ‘vero’, come decentrare almeno un elemento o disporlo su di un piano anche solo leggermente diverso. Unire molti elementi in uno spazio ridotto è uno spreco, si rischia di deviare l’attenzione per la scena producendo effetti indesiderati,  a meno che non si voglia ricreare una situazione di ritirata. Ma anche su di una base troppo grande pochi elementi sparpagliati faranno perdere facilmente realismo alla scena. Comunque, la grandezza di un diorama non è la misura del suo valore, sono la varietà e rispondenza al vero dell’assieme e dei dettagli a dare un indice di realismo. Sarà poi la fantasia del costruttore a rafforzare il suo livello su di una scala di valori puramente artistici. Il modo migliore di procedere è stabilire piani differenti e, nella verniciatura, evitare di dipingere tutto nello stesso, identico modo : non dimentichiamoci che nella realtà le diverse strutture degli elementi, accompagnate alla vegetazione ed in presenza di mezzi, presentano un quadro composito di tinte opache, satinate e brillanti e che quindi non è proprio la stessa cosa dipingere una stoffa, un carro armato ed un cespuglio. Per avere ancora più realismo, occorre anche conoscere più a fondo i mezzi coinvolti nelle loro caratteristiche. Per ogni elemento deve esistere un motivo che spieghi la sua presenza all’interno della scena rappresentata. Anche i protagonisti ‘umani’ vanno evidenziati, ma in modo loro peculiare; sguardo e pose possono suggerire molto su cosa sta succedendo od è successo nella scena, bisognerà imparare almeno qualche rudimento in più per rifinirli meglio e presto sconfineremo, giustamente, nel figurinismo, dopo i primi, semplici adattamenti su pezzi non modificati più a fondo.  
   Le scenette hanno senz’altro le qualità delle dimensioni ridotte, un moderato lavoro di realizzazione darà il risultato di una già attraente ambientazione grazie al molto risalto che vengono ad assumere i suoi pochi elementi. La notevole differenza fra uno o più figurini collocati su di un piedistallo e gli stessi all’interno di una scenetta, anche con elementi semplici come un muretto, un albero con un pè di vegetazione, non sfugge. Come al solito, però, anche in una scenetta molto dipenderà dallo spazio disponibile e dal tempo che dedicheremo alla rifinitura anche ai particolari più piccoli.  Assicuriamoci sempre, decidendo posizioni e movimenti, che i figurini siano coordinati nell’assieme, interagendo idealmente tra loro.
   Sia che ci dedicheremo ai diorami od alle meno impegnative scenette, è inevitabile un accurato studio di composizione – non è mai sufficiente andare avanti solo in base ad un’idea – per ottenere l’equilibrio, a volte difficile, fra molti e pochi elementi, facendo in modo che mezzi e figurini siano i protagonisti e che non accada il contrario, curando di più il terreno o gli edifici.   
   La notevole differenza fra un mezzo dipinto e collocato su una semplice basetta e lo stesso all’interno di un’ambientazione non sfugge a nessuno, tant’è vero che ormai i mezzi non si presentano più nudi e crudi come si usava anni fa. Anzi, oggi si rischia di esagerare con diorami spettacolari ma dove ci si perde…
 
 
2- La pianificazione   
 
   Prima di cominciare la realizzazione, bisogna studiare e documentarsi, immaginando per prima cosa la scena che si vuole ottenere, il risultato avrà l’aspetto di un’istantanea, nella quale l’azione è stata fermata,  ma dovrà anche suggerire quel che stava succedendo prima o gli sviluppi di quello che potrebbe accadere poi, un po’ come in una scena di film. Se proprio abbiamo intenzione di riprodurre un ben preciso momento storico, dovremo impegnarsi di più in una ricostruzione molto fedele, con ciascun particolare che aiuterà a ricostruire l’atmosfera della scena. Bravura e creatività da sole non bastano, dovremo seguire alcuni parametri e tenerci in spazi ben definiti. Ci sono da tenere presente dimensioni e sagoma della base, che dovrà essere per prima cosa abbastanza robusta senza essere per questo meno maneggevole, nonché di aspetto piacevole senza essere pretenziosa.
Mai partire senza mettere giù qualche schizzo, per meglio applicare l’inventiva alla situazione; se proprio dovessimo copiare qualche idea sarà meglio ispirarsi allo stile dei grandi precursori, che non mancano neppure in questo campo. Col tempo, bilanceremo e distribuiremo i vari elementi dei nostri diorami quasi istintivamente, senza neanche più bisogno di elaborate progettazioni. Trasportare a tre dimensioni ciò che è rappresentato in due soltanto, magari in una fotografia neanche molto nitida può anche voler dire ridurre le distanze relative e comprimerle, dati i limiti di spazio che avremo fatalmente. Un disegno di massima al quale seguirà la sistemazione dei vari soggetti sulla base per verificare che l’impianto che abbiamo in mente abbia una coerenza sono i passi successivi, se vogliamo procedere bene. Col tempo, non avremo più bisogno dei disegni ‘preparatori’ , perché avremo acquisito sufficiente esperienza per non ripetere i primi errori, quello più frequente è disporre a pochi centimetri di distanza mezzi avversari in combattimento diretto, il che era un’eccezione, riscontrabile in ben pochi frangenti.
   Il modo migliore per non usare elementi troppo pretenziosi, che nasconderebbero addirittura il corazzato protagonista è predeterminare quanto spazio vogliamo occupare, anche in altezza. Non è detto che una presentazione semplice abbia meno effetto, anzi specie nei nostri primi tentativi è meglio restringere il campo; faremo sempre in tempo a programmare in seguito qualcosa di più impegnativo. Un passo importante è cercare tutte le informazioni utili ed i dati – anche i più disparati – su stagione luogo e tipo di terreno, il tipo di costruzioni ed altri particolari che aiutino a localizzare e rappresentare il più fedelmente possibile un episodio, la collocazione di elementi incongrui può sciupare anche il più bello (ed impegnativo) dei lavori. Proviamo perciò a cercare, immersi nel nostro piccolo, a volte non tanto, archivio, col gusto del frammento e del margine, notizie e dettagli che aiuteranno ad inquadrare i nostri mezzi in momenti determinati, facendo nascere un diorama veramente unico. Attenzione, però, a verificare sempre. La storia della 2^ Guerra Mondiale è ancora in parte disseminata da episodi incontrollabili, leggende e contraddizioni, nonostante siano trascorsi molti anni o forse proprio per questo. L’importante è non farsi prendere dalle mode e dalla fretta. Certo, ci saranno diorami che fin dal primo momento ci si rende conto che avranno un peso diverso da altri. Programmandoci in anticipo, potremo scegliere anche di rappresentare più scene di una battaglia o di un’intera campagna, rievocando cosi’ non solo un episodio compiuto in sé stesso.
 
 
3 – Muri   
 
   Spesse volte, su di un terreno semplice, non stona un elemento verticale, anche non esteso, che rompa la monotonia. Senza arrivare subito agli edifici, più complessi prevedendo elementi e dettagli sia esterni che interni, parliamo invece delle parti edificate più diffuse, ovvero i muri. Essi, nel periodo dal 1939 al 1945, potevano essere benissimo del tipo a secco, di ciottoli o sassi rivestiti o meno di intonaco, oppure di veri e propri mattoni. In pratica, i colori saranno per un muretto una tonalità di sabbia chiaro od ocra, mescolato con bianco ed un po’ di nero, quello di mattoni un marrone rossiccio come base, con lavaggi in ocra e nero. Il  materiale più facile da lavorare, per realizzare muri di diverso tipo è il gesso, tesaurizzandone la superficie. Il contorno del pezzo da realizzare si disegna su di un foglio di plasticard da 1 mm. Sopra le linee di contorno devono essere incollate delle strisce di plasticard tagliate a misura e della giusta lunghezza, creando uno stampo, che verrà riempito con del gesso. Per dargli più consistenza ed evitare possibili rotture, conviene aggiungervi colla vinilica. I pezzi, una volta induriti, si trattano con uno spazzolino metallico, per ottenere una rugosità più o meno accentuata, a seconda del tipo di pietra che s’intende riprodurre. Per simulare le pietre, basterà tracciarne le linee con una matita morbida e poi inciderle con un bulino, se si desiderano avere bordi rettilinei è necessario usare un righello metallico. Poi, le linee delle pietre devono essere nuovamente ripassate con la matita, per arrotondarne i bordi e farli sembrare più naturali. La polvere di gesso s’ elimina con un pennello grande. Per costruire i gradini si usano dei gessetti da lavagna, assottigliati con della carta abrasiva e poi incollandoli con del cianoacrilato.
   Per la  trama del classico muro di mattoni il sistema più efficace è disporli uno ad uno; prima di cominciare, prepariamo un supporto di compensato da 6 mm, non è necessario che i vari mattoni, incollati col vinavil, siano assolutamente orizzontali e senza sporgenze, basta che si compensino tra loro in modo equilibrato. Stenderemo sul muro un po’ di colla alla volta, piazzando pochi pezzi in successione, eventuali vuoti si riempivano con pietre piccole, da fiume, o con calcinacci, tegole rotte eccetera. Per i mattoni mancanti o danneggiati, basta incidere con il cutter, scavando e poi scurendo leggermente l’area con del colore ad olio. Sul muro si potranno aggiungere le architravi o file di elementi decorativi in alto – otterremo ancora più realismo incollando in basso una battuta, in plasticard. Con dello stucco si possono integrare le colonne, riempire i vuoti e rifinire gli angoli. Può essere tuttavia sufficiente della carta a rilievo da ferrmodellismo, sulla quale sono già stampati i mattoni, in modo anche troppo regolare. La carta si usa appoggiandola, rivolta verso l’alto sopra della carta smerigliata a grana grossa, ritagliamone un pezzo poco più ampio del muro da realizzare. Incolliamoli assicurandoci che le file di mattoni siano in linea con quelle dei muri adiacenti. Ritagliamo le eccedenze agli angoli, incidendo delle diagonali in corrispondenza di eventuali porte e finestre, pieghiamo la carta in eccesso ed incolliamola sul retro delle aperture. Dopo aver assemblato i muri, aggiungiamo un architrave di mattoni sopra alle finestre. Un foglio di plastica a rilievo lo prepareremo con una passata di carta vetrata, a grana fine, se la superficie è troppo liscia. Ritagliamo un foglio per ogni parete, lasciando un bordo un pò più lungo, da incollarsi per unire le pareti. Allineiamo i vari tipi di mattoni su ogni finestra.
   Se usassimo dello stucco applicato sul compensato di cui sopra, ricordiamoci di praticare in esso alcuni fori d’ancoraggio per incrementarne la presa. Al momento d’aggiungere il muro nella scena prima di aver scolpito il loro rilievo superficiale si ruota la base di 90° in modo che il muro sia orizzontale, anche qui usando del nastro da carrozziere o listelli di legno per contenere lo stucco. Spalmiamo uno spesso strato di stucco di qualche mm sul compensato. Una volta che lo stucco sarà giunto ad un punto d’asciugatura tale da permettere il taglio senza lo sfaldamento, si potranno incidere le pietre od il motivo dei mattoni con una sottile punta. Poi cominciamo a scolpire i singoli mattoni, disegnandone semplicemente il bordo. Eventuale intonaco si aggiunge dopo, con stucco applicato poco per volta, un ritmo giusto sono 10 cm quadrati prima di lasciare li’ per un pò, più duro sarà lo stucco e più nitido risulterà il suo taglio. Con un bulino si possono incidere con cura vari dettagli come crepe, mattoni crudi, segni di pallottole, pietre rovinate. Anche il Milliput resta interessante come materiale, specie per le superfici limitate, si può trattarlo con uno spazzolino da denti, dopo averlo cosparso di talco. I mattoni possono avere varie tonalità di rosso, anche giallastro o seppia. Oltre a presentare una spetto non uniforme, i mattoni vedono gli spazi tra di loro essere senz’altro di un colore diverso, in genere più chiaro come bianco, giallo sabbia o grigio.
   L’intonaco si dipingerà poi con gli acrilici, il colore di base sarà un marrone chiaro, gradualmente schiarito a pennello asciutto con marrone giallastro, beige ed un pò di bianco. Eventuali fori di proiettili, fatti con un punteruolo sfrangiando i bordi, vanno dipinti scuri alla sommità e più chiari al fondo, per dare l’impressione dell’intonaco scrostato.
   Per i muri in pietra, useremo il brecciolino usato nelle operazioni di asfaltatura. Riempire ogni fessura sarebbe un lavoro lungo, useremo un trucco per abbreviare i tempi d’esecuzione preparando una sezione di 7 x 4 cm, incollando tutte le pietruzze col cianoacrilato, scegliendole in modo che s’incastrino bene. Una volta realizzata una sezione, collocandola su di una base di stucco, preparando uno stampo in gomma al silicone, dal quale reperire i pezzi necessari, da incollarsi variando la loro posizione, per non farli riconoscere per tutti uguali, le giunture si livellano con lo stucco e qualche pietruzza naturale. Le pietre si dipingono a smalto, in Humbrol 84, grigio pietra opaco, ombreggiato con Terra d’Ombra naturale, ad olio, lumeggiando con Humbrol 121. Nel caso usatissimo gli acrilici, il primo strato può essere un grigio azzurro, si continua con un marrone medio, col quale aggiungeremo sfumature, col sistema drybrushing ed un colore grigio azzurro che si stende in modo irregolare e saltando in alcune zone. Si possono usare in alternativa una miscela di blu e nero, schiarita a pennello asciutto con marrone chiaro e beige. Una volta ben asciutto è necessario incorporare una patina di muschio con lavature selettive, applicando il verde a zone.
   Un camino deve essere dipinto con le caratteristiche proprie di un luogo dove il fuoco, e così il fumo che lascia la sua impronta, ma in modo particolare, essendo più scuro ai lati che al centro, punto dove le braci danno una tinta più grigiastra, il miglior sistema sarebbe ad aerografo, usando due grigi ed un nero, con un grigio più chiaro centralmente, uno più scuro ai lati ed un nero per le estremità, il tono generale deve essere sul marrone tendente all’ossidato. Parti metalliche si dipingono con nero mescolato a marrone opaco, aggiungendo il lucido con una pennello asciutto con del colore alluminio. 
   I muri di raccordo e quelli esterni di un edificio potranno essere arricchiti – documentandosi per non incappare in inutili sviste - con targhe stradali, cartelli pubblicitari o manifesti di propaganda, scritte di vario tipo eccetera. I manifesti di guerra sono gli elementi che più possono inquadrare precisamente la scena nel suo tempo, perché simbolo di un’epoca. Ce ne sono molti di già disponibili, ma in genere sono i più conosciuti e sfruttati, mentre per altri può bastare una buona fotocopia a colori, ridotta e ritagliata per benino, incollata con molto vinavil.  
   Per la colorazione di muri in gesso, l’ideale sono le tempere, con le tonalità tenui e fredde usate all’epoca, come il giallo, grigio, l’azzurro, il rosa ed il rosso. Per quelli in plastica, dopo una base a smalto marrone chiaro o rossastro, si applicano poi colori ad olio, prima il grigio di Payne e quindi con vari beige, poi del nero unito a giallo ocra si faranno lavaggi nei punti che devono presentare umidità. In genere il lavoro di pittura su muri ed edifici è lungo ed alle volte non semplice, ma si possono raggiungere con un pò di pazienza in più effetti molto realistici, che valorizzano l’acquisto di pezzi spesso abbastanza costosi.
 
 
4 - Case ed edifici  
 
   Per l’ambientazione dei nostri mezzi in un contesto urbano, una qualsiasi casa od edificio può diventare quasi un modello di per sé stesso. Ricorrere ad un pezzo già disponibile sul mercato non sempre è possibile o facile, visto che lo stesso dovrebbe essere coerente col periodo storico e col luogo della scena rappresentata, inoltre non può essere proprio intatto se vi sono stati combattimenti ma neanche troppo danneggiato, perché sarebbe ridotto ad una rovina. Anche con una ricca gamma di edifici già pronti, capita poi di riconoscere nei diorami più o meno le stesse case od edifici della tal marca e magari neanche troppo migliorate nel realismo,  a causa della foga d’inserirli per completare la scena. Le dimensioni possono risultare ingombranti rispetto allo spazio di cui disponiamo ed un accorgimento valido è di usare solo una facciata ed una parte dei muri laterali o addirittura solo una parte di essa. Se usassimo parti di edifici diversi, niente paura, per unirle stabilmente si può adoperare il gesso liquido. Si miscela con acqua in quantità e si deve agitare lentamente, ma quando è asciutto è duro a sufficienza da poter essere livellato con qualsiasi oggetto dal bordo dritto e nitido, togliendo senza fatica il materiale in eccesso. Uno dei vantaggi di un’eventuale autocostruzione di edifici sta nell’unicità del soggetto. Ogni nostro centro storico ha edifici vecchi a iosa, in vari stili – si parte dal romanico in su…- e su certi la documentazione è copiosa, con tanto di misure già prese generazioni fa. Durante la costruzione, è molto importante usare ogni tanto come riferimento un figurino nella stessa scala, per confrontare altezze, distanze e proporzioni degli elementi architettonici e rendendo il tutto armonico col resto del diorama.
   Comunque, non è impossibile aggiungere molto realismo ad edifici già pronti. In questo modo le nostre ambientazioni diventeranno sul serio tridimensionali ed ammirabili da tutti i lati. Nella maggior parte dei casi, questi kits contengono le pareti od i tramezzi principali ma sono carenti per i dettagli, ed è dai dettagli che si riconosce il valore di noi modellisti.. Osservando qualche foto d’epoca, noteremo che specie i kits in plastica si avvicinano, come realismo, al minimo sindacale, essendo stampati solo esternamente e perciò buoni solo come fondali scenografici. Anche montandoli rifinendoli togliendo le sbavature di colata e scartavetrando le unioni o riempiendo eventuali fessure lungo le giunzioni siamo ancora indietro. A parte i muri, un edificio è molto di più, basti pensare a porte e finestre, alle imposte ed alle solette che sorreggono i vari piani. Per i kits in gesso, se troppo "basici", i muri possono essere migliorati con l’aiuto di una squadretta, di una matita, una punta  a tracciare ed uno spazzolino da denti duro. Disegneremo bordi e battiscopa, qualche mattone ovvero quello che manca eventualmente sui lati piatti, incidendo le superfici con la punta a tracciare seguendo un precedente disegno fatto a matita, praticando i solchi con une pressione costante, mai troppo calcando la mano sul materiale. Con lo spazzolino, passeremo sulle superfici più volte, migliorando il loro aspetto. Per ricreare le pietre più grosse a spigoli leggermente irregolari basta spingere un pò di più l’ago lungo il solco, così il gesso si romperà sugli angoli. Un ulteriore passaggio con un cutter darà maggiore definizione alla linea. Se mancante, sui muri dovremo riprodurre l’intonaco : cospargiamo con abbondanza stucco ed appoggiamo poi un cartoncino, pressandolo per renderne più liscia la superficie. Una volta secco, lo stucco va rimosso in alcuni punti, scoprendo la superficie sottostante e riproducendo così le scrostature. Per gli edifici in plastica, le giunture possono essere coperte realisticamente col normale stucco, applicato con uno stuzzicadenti; quando è parzialmente indurito si possono eliminare gli eccessi rapidamente, con un cutter. Per eventuali ritiri durante l’asciugatura, lasciamo che essa si completi, scartavetrando la zona ed applicando nuovo stucco. Per la verniciatura delle parti esterne degli edifici, bisognerà andar cauti coi lavaggi, perché non sarà possibile togliere facilmente gli eccessi. Il drybrushing andrà applicato con mani leggere, tranne che per avere un buon effetto pietra che necessita di vigorosi toni grigio/biancastri.
   Per macerie vere e proprie, è consigliabile realizzare una riserva di materiale in gesso colato; ottenuta una ‘mattonella’ dello stesso spessore delle mura del kit e rompendola poi a pezzetti avremo la materia prima per le rovine. Si possono anche modellare con stucco epossidico, dipingendole in nero e grigio, pian piano schiariti a pennello asciutto con grigio chiaro ed un po’ di bianco.
   I soffitti, all’epoca, erano formati da travi di legno sulle quali si sovrapponevano i pavimenti, che possono essere in legno o piastrelle. Le travi non si possono mettere in un modo qualsiasi, bisogna documentarsi per distribuirle secondo le regole abituali di costruzione. Le tavole devono essere posizionate alternate con le unioni in coincidenza delle travi, aggiungendo anche alcune deformazioni strutturali e fori. Le finestre sono formate da telai, ante ed imposte, realizzabili con profilati e strisce di legno o di plastica, lavorando costantemente con una squadra perché gli angoli siano precisi. A seconda dello stile dell’edificio, le incolleremo sul retro od all’esterno del muro. I loro vetri, se rimasti, potrebbero essere scheggiati, basta usare dell’acetato trasparente, tagliandolo con cura a bordi dritti e spezzati.
   Per i tetti, le impalcature sono realizzabili in balsa, della quale evidenziare le venature; per sembrare vecchie le tavole avranno delle estremità irregolari, incise con un bulino. Per le venature, si parte da una base in nero opaco, di Terra di Siena bruciata e marrone scuro, applicando poi a pennello asciutto del terra Scuro e kaki oltre a colori come il sabbia ed il giallo deserto. Le tegole sono reperibili in fogli di plastica già pronti o sottoforma di pezzi da disporre uno per uno come nella realtà. Queste ultime hanno il vantaggio di venire fuori, anche con le migliori intenzioni, leggermente irregolari nelle loro linee guida e perciò più realistiche. Un ‘colmo’ realistico può essere riprodotto incollando una mezza cannuccia da bibita centralmente e rivestendolo di tegole in modo che seguano il suo andamento. Anche nel caso di tegole pre-confezionate in fogli si può aumentare il realismo tagliandoli a strisce a doppia fila e sovrapponendole. Un tetto più vecchio e malandato può benissimo mancare di qualche tegola, ma allora si dovrebbe poter vedere la struttura di sostegno al di sotto. Per quelle "spagnole" incolleremo ad un foglio di cartone dei fogli di  plastica, sul quale avremo disposto uniformemente dello stucco, inciso a rappresentare le tegole stesse, da dipingere poi in grigio medio con lavature in nero. I tetti in lamiera ondulata vanno dipinti in grigio-argento e poi con uno strato successivo color ruggine. Per quelli in piombo e catrame ritagliamo i pannelli in lastre e sovrapponiamole, dipingendole poi in grigio od in verde. Per un tetto in ardesia, coloreremo il cartoncino in grigio-blu e bianco prima di ritagliare le varie tegole. Su ogni tipo di tetto, non dimentichiamo d’evidenziare un po’ di deterioramento con muschio ed escrementi di volatili. Nel caso volessimo cimentarci con un lucernario, incolleremo la sua struttura ad un foro praticato nel tetto, ovviamente prima d’applicare le tegole.
   Una volta terminato il lavoro sulle parti esterne, sarà molto razionale fissare l’edificio alla basetta, avendo cura d’inserirlo per primo o perlomeno in una zona più adatta se aggiunto in seguito alla realizzazione di un terreno. Per aumentare la solidità del piccolo manufatto, potremo inserire dal basso dei perni che lo uniscano stabilmente. Ci si potrà così dedicare alle eventuali parti interne ed accessorie.    
   Elementi architettonici e dettagli aggiuntivi, realizzabili con poco lavoro ma che donano realismo ed atmosfera molto coinvolgenti, sono reperibili da più fonti, basta che vangano trattate secondo il tipo di materiale, in modo che non appaiano in nessun modo posticci. Buon gioco avranno gusto e fantasia personali. Teniamo presente però che l’architettura è molto cambiata dai tempi dell’ultimo conflitto mondiale e ceti elementi allora in voga non sono più contemplati. Certe vecchie case in attesa di demolizione od una passeggiata in centro in cerca di dettagli sui vecchi palazzi, con la scusa dello shopping, saranno fonte di molti spunti. E’ utile sempre usare colla epossidica– bicomponente, che rimane la sola tenace a sufficienza per sostenere in sicurezza il peso delle varie parti aggiuntive, se fossero cospicue. Per carta e legno, gli adesivi ideali sono quelli vinilici a rapida essiccazione, tenaci abbastanza ma che permettono una buona elasticità nelle giunzioni. Per incollare la plastica al legno, si usa del cianoacrilato, inumidendo le superfici per avere un’unione più efficace. Comunque, diversi elementi aggiuntivi possono essere fissati al corpo dell’edificio con del cianoacrilato, dato il peso solitamente non considerevole. Essi sono :
- balaustre : colonnine da modellismo navale, da verniciare in grigio scuro e lumeggiare con marrone giallastro e Terra d’Ombra naturale più bianco; 
- carta da parati : ricavata da fogli di blocchi-cataloghi illustrativi per tappezzieri, ridotti in fotocopia.  Si taglia a strisce, come quella reale, da incollare alle pareti con del
                             vinavil, negli edifici danneggiati lo sporco rende evidenti le suddivisioni; 
- chiavi di irrobustimento : si usano listelli plasticard, tenendo presente che essendo un sostegno vanno posizionate sulle facciate all’altezza delle solette dei vari piani;
- cornici e telai : si preparano con listelli di legno, tagliati ed uniti più che bene per evitare un aspetto sconnesso, è consigliabile un tipo di legno più duro della balsa; 
- cornicioni : vecchie cornicette da quadro, incollate alle pareti con colla a caldo; 
- davanzali e balconi : sono di plastica bianca dipinta simulando il marmo, basta macchiare la plastica con del grigio scuro, spandendo il colore con una pezzuola inumidita
                                     con del solvente, sino ad ottenere l’effetto voluto;
- fregi di portoni o generici : vecchie cianfrusaglie, nel caso di teste vecchi figurini fantasy o soldatini, o polene di velieri, ricoperte di stucco o colore a smalto abbastanza
                                               denso; 
- finestre : listelli da navimodellismo od in plasticard inciso con un punteruolo, davanzali in cartoncino e cerniere in plasticard. Incolliamo il "vetro" in acetato al retro della
                 struttura, per assicurarlo applichiamo del nastro adesivo trasparente. Per le parti interne, vanno arricchite con sagomature e maniglie, particolari interessanti delle
                 persiane in cartoncino o le tendine in carta colorata piegate con cura, in stucco Milliput se del tipo più pesante in stoffa. I telai si possono dipingere  in marrone
                 scuro;
- grondaie e tubi di scarico : profilati d’ottone,  con braccioli che le reggono ricavati da fogli dello stesso materiale, verniciati, oppure con strisce di nastro adesivo. Sotto
                                               ad esse le superfici devono essere rese più scure, mentre i tubi veri e propri vanno passati con del grigio e bianco;
- imposte : fatti con strisce di legno dolce, per esempio balsa; 
- macerie : tratte da pezzi di polistirolo ricoperti da stucco, con terriccio e pezzetti di mattone sbriciolato. I pezzi più grandi sono quelli che si muovono meno ed in genere
                  sono al vertice dei cumuli. Essi sono poi da ricoprire da un velo di polvere (terre di colorificio) fissata con lacca solo in quei punti che devono apparire
                  parzialmente coperti. Si tendeva a sgomberarle dai passaggi e perciò, se accumulate, lo erano in grande quantità in piccoli spazi, il che complicherà il nostro
                  lavoro. Gli elementi che conservano tracce della vernice dovranno ovviamente averla dello stesso colore dei lati esterni / interni; 
- mobilia : letti in ferro battuto, materassi, stoviglie e vasellame, stufe, cucine e bagni possono essere ricavate da appositi kits, generalmente in resina. Altri tipi di mobili
                 semplici, come tavoli o pendole, sono autocostruibili in legno o cartone di debito spessore, con cassetti realizzati con listelli di cartone incollato e piedini ottenuti
                 sagomando un tondino di legno o pezzetti di sprue. La tinta di base sarà un marrone rossiccio sul quale dipingere ad acquerello color seppia, per renderli semi-
                 lucidi. Un eventuale patina d’invecchiamento scurirà le parti incavate. Eventuali intarsi vanno in avorio, ovvero bianco semilucido; 
- ornamenti in pietra : ricavabili da elementi per navimodellismo, ricoperti da stucco diluito; 
- pali d’elettricità : realizzabili con legno, filo metallico, plastica stirata a caldo e blocchetti di plastica, le lampadine vanno fatte in plastica trasparente; 
- palizzata da giardino : useremo pezzi di legno di balsa, tagliati non proprio perfettamente uguali, per dare un carattere tipico e più credibile;
 - pareti : base in grigio medio, sfumando poi leggermente con del bianco, si applica poi del giallo sabbia chiaro o bianco, oppure sabbia chiaro come base, con lavaggio in
                Terra d’Ombra naturale ad olio; 
- pareti in legno : incolliamo delle strisce di legno di balsa su cartoncino o fogli di plasticard, dipingendo poi il resto del muro con colori a smalto ripassati con quelli ad olio.
                            Sul legno ovviamente i colori ad olio sono indicatissimi, mentre glia acrilici potrebbero curvarlo, rovinando il nostro lavoro. Ogni stanza avrà  un colore
                            differenziato, è più realistico; 
- pavimenti : si usano listelli di balsa, che si lisciano con della carta abrasiva a grana media o molto fine. Su quelli a piastrelle, i lavaggi giocheranno un ruolo importante,
                     normalmente basterà dipingerle con un colore, dare poi una velatura marrone ad olio, badando che mattonelle e battiscopa siano a contrasto, pe esempio
                     mattonelle grigie con bordi giallo crema; 
- pilastri e soglie : pezzi di legno sagomato ricoperti di stucco, sul quale sono tracciabili le pietre, da rendere più consumate dal passaggio le seconde. Anche comuni
                              gessetti, lavorati con un bulino, possono riprodurre pilastri, specie se consumati dal tempo; 
- porte : costruibili con listelli di plasticard o legno di balsa, come base si usa una lastra da 1 mm, sopra questa si preparano i sopraluce ed i battenti; eventuali borchie fatte
              con teste di chiodini e le cerniere ricavate da pezzi di fotoincisione avanzati. Porte e finestre avranno base in nero più terra d’Ombra naturale, con lavaggi nel colore
             di base più nero e lumeggiature in marrone giallastro, Terra d’Ombra naturale e bianco.  Le parti metalliche vanno in marrone scuro, rosso cadmio ed arancione,
              quest’ultimo in forma di lavaggi irregolari, concentrati sui rivetti e sulle zone inferiori; 
- quadri : si preparano le cornici con strisce di plasticard e con figure ritagliate da libri o riviste. Ove sono stati appesi, se sono caduti o tolti si deve notare uno spazio più
               "pulito". Per riprodurre quest’effetto è mascherare le zone e spruzzare le pareti circostanti ad aerografo, con una leggera nuance di grigio; 
- saracinesche : si usano pezzi di plastica ondulata, presi da scatole da biscotti, o cartone ondulato; 
- scale : tagliamo listelli di legno corti per fare gli scalini e più lunghi per il parapetto; 
- travi : listelli di balsa o legno dolce, incisi con una lama sia per riprodurre le venature che simulare eventuali danni subiti. Si dipingono con una mescolanza di marrone scuro
             e grigio scuro e si schiariscono a pennello asciutto con marrone chiaro ed un po’ di beige;
- veranda : quella  a pali di legno intagliati è ricostruibile lavorando del legno di balsa; 
 
Le macerie non sono altro che piccole pietre e pezzi di mattone e stucco, decorati con diversi toni di ocra e marrone. Piccoli elementi, come assicelle realizzate con listelli di balsa, un quadro ricavabile da un ritaglio di rivista, latte ossidate, sabbia e scaglie di mattoni, possono dare l’idea di una comprensibile confusione. Rovine più consistenti le realizzeremo con del gesso al quale daremo la giusta trama in superficie aggiungendo alcune sbarre di cemento armato praticando dei fori nel gesso ed inserendovi pezzetti di filo di ferro ricavato da fermagli. La fase del loro posizionamento è da studiarsi con cura, seguendo il tipo e l’andamento dei danni simulati, per non farle sembrare messe lì a caso.
 
 
5 – Altri tipi d’abitazione
 
   In un diorama di dimensioni abbastanza grandi, sarà facile poter inserire qualche angolo d’abitazione od abitazioni semplici come le isbe, capanne ed abituri rurali. Le pareti possono essere realizzate in polistirolo, rivestito di gesso e vinavil per avere un buon supporto alla verniciatura. Listelli e tondini di legno saranno di volta in volta tronchi per una capanna o travi a vista. Accorgimento importante, prima di unire diversi pezzi di legno, è un’accurata carteggiatura degli stessi per eliminare eventuali fibre sporgenti. La struttura si comporrà unendo le parti con colla vinilica, che permette maggiore flessibilità prima dell’asciugatura completa. Occorre dipingere tutto il legno, per ottenere i differenti effetti d’invecchiamento. Si parte con un marrone medio abbastanza scuro, da mescolarsi poi con diverse dosi di giallo ed usare a pennello secco creando un contrasto tra diverse zone. La sensazione del volume si ottiene profilando gli spigoli con marrone e giallo ocra, nonché ripassando con una tonalità più chiara. Per definire i diversi tipi di legno, applicheremo una velatura di colore diversificata, basterà insistere su alcune tavole per creare toni diversi all’interno di una comune gamma. Potremo ricorrere all’acquerello, con rosso mescolato ad azzurro per scurire alcune zone, mentre  il legno fresco di taglio sarà esaltabile con tonalità chiare, quasi avorio. Quasi ogni tavola dovrebbe avere una sua tonalità, anche se la differenza sarà appena percettibile a prima vista. Le miscele dovranno essere comunque sempre molto diluite, trasparendo i colori sottostanti avremo così svariate sfumature.
  I tetti di paglia si possono realizzare con della lana grossa, da montare sopra una base di cartone, l’estremità  va fatta terminare subito al di sopra dell’abbaino. Imbeviamo la lana in una miscela d’acqua e liquido detergente, ricoprendo il tetto con colla vinilica sulla quale applicheremo la lana rifinendo con erba in polvere. I loro colori variano, a seconda di quanto tempo è trascorso dalla messa in opera. Il colore di base sarà un marrone medio, lumeggiato con marrone giallastro, ocra ed un pò di bianco a pennello asciutto. Se il tetto è vecchio i toni dominanti saranno grigi
   Una casa araba, più raramente disponibile in kit, è una tipica costruzione al massimo di due piani, con archi e finestre a graticci. Ornamenti e contrafforti del frontale e della parte superiore sono realizzabili con del Das e si fissano con vinavil. Le scrostature che fanno apparire i mattoni devono essere prima disegnate, dando loro una forma irregolare e poi scavate con una lama piatta, successivamente i mattoni vanno incisi con un bulino. La verniciatura inizia con una mano di fondo grigio scuro opaco, con lavatura a base di acrilici. IL fondo sarà Terra d’Ombra naturale più nero, le lumeggiature si realizzano aggiungendo al colore di fondo del bianco.
 
 
6 – Altri elementi
 
   Il diorama più semplice potrebbe essere un terreno variamente "organizzato" con steccati, pali telegrafici e pochi altri elementi come paracarri, capitelli votivi, tende eccetera. Una buona riuscita della coloritura del terreno sta nella padronanza dell’uso dei colori e nella varietà cromatica che riusciremo a ricavare. A seconda della tinta finale che desideriamo ottenere partiremo da un colore di base più o meno scuro. Per gli steccati, siano essi a protezione di campi coltivati od altro, sono adatti sia normali stuzzicadenti, resi un pò meno regolari, sia pezzi cilindrici di plastica lavorati col pirografo. Si tratta, controllando le dimensioni, di restare aderenti alla scala adottata per il resto del diorama. Ne esistono anche in plastica, in questo caso sono da  sbozzare con un vecchio cutter, per renderli ruvidi e più simili al legno. Per la verniciatura, si usa una base Terra d’Ombra naturale, schiarita con marrone dorato e beige. 
   Per i pali telegrafici, vale lo stesso principio, sarebbe meglio usare spiedini o tondini di legno reperibili tra il materiale per navimodellismo, se già pronti in plastica li tratteremo con scartavetrata od una vecchia lama, prima della verniciatura nelle tonalità più opportune. Paracarri e capitelli in resina sono facilmente reperibili in più di un catalogo d’accessori, ma teniamoci allenati a riconoscere come potenzialmente utili molti oggetti in miniatura. Di tende ne esistono alcune già pronte in plastica, in genere non molto realistiche, se ne possono autocostruire di più di un tipo, usando stuzzicadenti come paletti di sostegno e carta sottile come quella dei fazzolettini. Eventuale segnaletica civile o militare può essere già pronta sottoforma di cartoncino da ritagliare o decal da applicare ad un supporto di plastica o legno, precedentemente dipinto. Si possono anche autocostruire, se ce la caviamo minimamente col disegno, riproducendola in scatola più grande per avere dettagli più rifiniti e poi riducendo il disegno in fotocopia.  
  Costruzioni militari semplici e provvisorie come baracche, depositi e garitte sono riproducibili con tondini di legno e cartoncino di certi imballaggi alimentari, che farà da lamiera ondulata. Di bunkers ne esistono molti già pronti in gesso o resina, qualcuno in kit di plastica, ma sono ancora agevolmente realizzabili in polistirolo, usando le classiche scatole da torta gelato, sagomate secondo le nostre necessità on un seghetto da traforo. Le feritoie erano del tipo chiamato a bocca di lupo, cioè aperte di più verso l’esterno, praticabili col pirografo, sulla superficie esterna si creerà l’effetto del cemento applicando un velo di stucco, Das o paste similari, verniciate in tonalità di grigio e grigio chiaro, a volte sono possibili mimetizzazioni, anche elaborate. Pure i "denti di drago", ostacoli anticarro, sono reperibili in confezioni già pronte in resina o gesso, li si può tuttavia ricavare da piccoli pezzi di polistirolo, rifinendoli come sopra, se avessero forme diverse da quella tronco-piramidale standard. Un tipo poco impegnativo di fortificazione è quello che prevedeva l’uso di torrette di carro armato montate su basamenti od interi carri interrati a mò di fortino. Gli esempi furono più diffusi di quel che si pensa, su quasi tutti i fronti, in modo organizzato od estemporaneo. Si potranno così mettere a frutto torrette presenti, inutilizzate, da troppo tempo nella nostra banca dei pezzi, o vecchi modelli che una volta sverniciati, dettagliati per quanto possibile e rimontati per l’occasione, avranno una seconda chance. 
 - Argini : quelli di pietra possono essere anche ripidi, a differenza di quelli in terra battuta, che a più di 45° si dovrebbero appoggiare ad un muro di sostegno. Per i muri ad
                 assi, incolliamo delle assicelle di balsa o legno dolce, aggiungendo quindi el travi verticali e sistemando il muro contro l’argine;
- Ponticello : un ponte di mattoni va fatto con piloni laterali in cartoncino spesso o legno sottile, da ricoprire con carta  a mattoni, uno a putrelle va realizzato con elementi in
                     plastica tutti uguali, uno a cavalletto in legno è forse il meno complicato, potendo usare la balsa da navimodellismo. Con ogni tipo di ponte, avremo buoni
                     risultati se realizzeremo accuratamente i terrapieni alle estremità, completando un paesaggio il più realisticamente possibile.
 - Pozzo : grigio medio, poi nelle scanalature va posto del grigio scuro in modo da far apprezzare il distacco fra una pietra e l’altra, il tutto va poi sfumato con del bianco
               opaco. All’interno, se si vuole dare l’effetto dell’umido, si potrà spennellare pareti e base con della colla liquida oppure con della resina. L’acqua del pozzo è data
               dall’unione dell’azzurro col nero, mescolati all’interno del pozzo stesso in modo che l’azzurro risulti più chiaro al centro e più scuro nei bordi, se il pozzo è
               profondo invertiremo i colori e per finire stenderemo una vernice di protezione.
- Rete tranviaria : diffusa in Europa negli anni 30-50. la massicciata si riproduce con della ghiaia del tipo da ferrmodellismo, incollata alla base con vinavil. Sulla
                               massicciata si applicano diversi toni di grigio, simulando la morchia con nero. Le traversine si dipingono in legno naturale, ombreggiato con seppia e
                               lumeggiato con legno chiaro. Sulle rotaie si stende una base di marrone molto scuro, seguito da marrone chiaro a pennello asciutto. Il piano di
                               rotolamento deve essere lucido e si riproduce a pennello asciutto con una miscela dia argento e Terra d’Ombra naturale. 
 
   Il paesaggio urbano, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, non era nulla di troppo complicato o tecnologico. Per un selciato, la pavimentazione in cemento si riproduce applicando un sottile strato di stucco, una volta asciutto s’incide con un bulino per riprodurre i giunti di dilatazione. Anche per quelli in pietra l’apporto di un elemento realizzato in proprio conferisce maggiore originalità. Possono essere intagliati – imperfezioni comprese - con un punzone e verniciate con del grigio chiaro, sul quale stenderemo un velo di nero diluito, lasciando che si depositi nelle fessure.  Per un effetto più elaborato, useremo un fondo khaki chiaro, con un drybrushing grigio medio, schiarendo con del bianco e come ultimissimo tocco del bianco leggermente "sporcato"’ di grigio. Un marciapiede andrà con del grigio chiaro e scuro come base, variando le proporzioni per ottenere toni diversificati. Le rotaie del tram hanno come colore di base il nero, sul quale sfregheremo della grafite ottenendo un effetto metallizzato. Un lampione verde oliva e giallastro con oliva bruciato, lumeggiature con dell’oliva dorato e grigio, ombreggiature in nero. I tombini sono ricavabili da rettangolini di plastica, incisi e lavorati con frese e trapanino, la verniciatura andrà fatta in nero metallizzato e marrone. Una strada si può sporcare usando terre naturali e per un maggiore realismo non dimentichiamo d’inserire qua e là dei ciuffetti d’erba; eventuali scoli d’acqua sporca s’applicano con della tempera marrone.
 
 
                                                                                                  
 
                                                                                                                
 
                                                                                                         
 
                                                                                                         
 
                                                                                                         

 

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