CINGOLI  (Fango e rulli...)

di Andrea e Antonio TALLILLO

 

Uno dei vantaggi di aver scelto mezzi militari in 1-35 è che, volendo ambientarli nel loro elemento, le possibilità sono molto suggestive ed in pratica quasi infinite. A differenza di altri soggetti, sempre ben presentati su piste quasi immacolate o al massimo su prati degni del miglior golf club inglese, per i corazzati ogni tipo di terreno è plausibile, dalle dune di sabbia al semplice terreno, arato collinare e chi più ne ha più ne metta, per non parlare del fango, del disgelo o della neve – fresca o più  “vecchia” del fronte russo.

Ovviamente, ogni tipo di terreno avrà riflessi realistici se anche il mezzo che vi ambienteremo sarà sporcato e trattato anche nel treno di rotolamento. In ogni mostra, molte volte si vedono bei modellini che però sembrano galleggiare sulla basetta, mentre sarebbe sufficiente tenere presente che in realtà si tratta di qualche tonnellata d’acciaio, che appoggiando in pratica solo sulla corsa dei cingoli qualche segno se lo ritrova e anche lo lascia. Questo, fermo restando le tipicità di ogni treno di rotolamento – e nella seconda guerra mondiale quasi ogni nazione ne aveva più di un tipo diversificato – che si sporcherà in modo diverso, ma per questo basta controllare qualche immagine. In genere il terreno europeo continentale non presenta particolari difficoltà, a parte il dover graduare le tonalità dell’erba ed incrostare o meno di fango o sporcare di polvere ruote e rulli, il mezzo comunque non dovrà mai affondare più del dovuto tranne casi eccezionali ovvero il classico Tigre nella palude.

Sui terreni sabbiosi, i mezzi non affondavano comunque più di tanto, perché è raro che sotto la semplice sabbia non vi sia roccia ed il deserto presenta poche zone di pure dune e basta, tutto sommato.  Il treno di rotolamento andrà impolverato a dovere, un po’ dappertutto  come la parte bassa dello scafo, ma non vi saranno incrostazioni se non esistono perdite di carburante od olio.

Nella neve invece, ben pochi carri erano a loro agio  ed in genere, in quantità variabile, il treno di rotolamento era impastato, come del resto lo erano i cingoli. Era raro che la neve si fermasse troppo sullo scafo, anzi, su certe zone, come quelle del cofano motore, si scioglieva presto, in varie fasi, lasciando le piastre lucide, oppure veniva rimossa per fare spazio all’apertura di portelli e portellini, restando presente solo in piccolissime quantità in alcuni angoli.

Dopo i primi tentativi, vedrete che sarà più facile sviluppare una propria tecnica, meno male che in nostro aiuto in questi ultimi anni, sono arrivati i prodotti più svariati : polveri e terre colorate, gessetti e pigmenti, ecc. c’è solo l’imbarazzo della scelta !

 

                       

 

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